Il fervore cultural-artistico che aveva caratterizzato ed
alimentato gli anni Cinquanta non tarda a concretizzarsi anche a
Castelfranco con una iniziativa memorabile e di ampio respiro quale fu
quella dell'organizzazione del Premio Giorgione nei primi anni
Sessanta. I presupposti dai quali questa mostra partì, voluta a carattere
biennale, alternandosi con le mostre veneziane dei Giardini, furono quelli
di concentrare l'attenzione su uno dei generi artistici che da sempre
avevano dato spunto alla creazione di capolavori assoluti: il paesaggio. Il
paesaggio perché Castelfranco, grazie al genio di Giorgione, non poteva
caratterizzarsi in modo migliore. Giorgione, quindi, da un lato e Poussin
dall'altro, quale altro vertice ineguagliato del paesaggismo di tutti i
tempi. Venne organizzato un gemellaggio italo-francese, dando così carattere
internazionale all'esposizione: Castelfranco-Les Andelys, le due città natie
dei due grandi artisti, di cui del secondo, come curiosamente riportano
anche più articoli francesi, veniva ritenuto che si fosse fermato, venendo
in Italia dalla Francia, a Castelfranco per studiare i maestri italiani del
Rinascimento e qui avesse lasciato un dipinto, tutt'oggi esistente. Le
ambiziose prerogative del Premio di pittura Giorgione-Poussin, che
verrà riproposto due anni dopo, per l'ultima volta, semplicemente come Il
paesaggio Veneto, secondo Premio Biennale di pittura Giorgione per artisti
contempoarnei, furono la causa stessa della sua fine. Il vincolo del
tema del paesaggio da un lato, criticato aspramente da molti artisti, ed il
notevole impegno richiesto per poterlo rinnovare dall'altro, con tutte le
conseguenze che ne sarebbero venute, portarono alla sopressione delle
mostre. Negli anni successivi, più per iniziativa privata, ci furono timidi
e limitati tentativi di riproposta con forme diverse, che non ebbero poi
alcun seguito. L'esposizione del 1961 venne organizzata in due sezioni, con
i relativi premi: la prima, a tema libero, riservata ai soli pittori
invitati; la seconda, ispirata al paesaggio veneto, con partecipazione
libera, previa accettazione della giuria. Il bel e ben conservato dipinto di
Orazio Pigato qui presentato, esposto nella prima sezione (dove ne espose
anche un'alto, ed un terzo nella sezione riservata al Paesaggio veneto),
vinse ad ex aequo con quello di Giorgio Bellandi (si veda la scheda
successiva) il primo Premio Città di Castelfranco Veneto, ed entrò
così nella Raccolta Comunale. Raffigura una casa in un paesaggio veneto
concepito, con qualità, in una composizione in fondo ancora di modo
tradizionale di fine secolo, seppure nel colore, steso con grafismo
descrittivo, incisivo per la sua vivezza e luminosità, specie nel bianco
della casa, mostra contatti precisi con le nuove tendenze del paesaggismo
rigorosamente figurativo affermatosi tra le due guerre.
Nel marzo del 1968, la vedova dell'artista, Fausta Pigato,
chiese il dipinto per esporlo alla mostra postuma dedicata al pittore dal
Comune di Verona, città dove lungamente aveva vissuto ed operato; così come,
sempre grazie alla mediazione della moglie, il dipinto venne richiesto per
la mostra del 1976 allestita a Villa Simes di Piazzola sul Brenta.
Provenienza:
Premio Giorgione-Poussin, 1961.
Bibliografia:
Premio Giorgione-Poussin, 1961,
pp. 40, 48. |